Ricerca della qualità, dedizione al lavoro, adattamento al nuovo: gli imprenditori non aspettano altro che rimboccarsi le maniche, sempre

Intervista a Plinio Agostoni, Vicepresidente ICAM Cioccolato

23 giugno 2020

Oltre 70 anni di dedizione al cioccolato: così si può riassumere, in poche parole, una storia aziendale di grande successo come quella di ICAM. “Furono i miei genitori, Silvio e Carolina, a fondarla, e il loro focus fu sin dal principio quello del cioccolato puro – ci racconta Plinio Agostoni, Vicepresidente ICAM – Molte aziende a quell’epoca facevano surrogati, mentre papà volle fin dall’inizio lavorare sulla qualità, sia dal punto di vista produttivo che da quello della comunicazione. Siamo stati forse l’unica azienda che ha cominciato a produrre anche il burro di cacao e ad avere attenzione costante alla filiera, con un presidio sia diretto che indiretto sulle piantagioni”. Come per ICAM Uganda, che acquista direttamente le fave di cacao dai contadini controllando le delicate fasi della fermentazione ed essicazione: una presenza, quella in Africa, che ha dato nuovo impulso alla produzione locale di cioccolato, tant’è che oggi molti sono i pasticceri “stellati” a ricercare il cacao africano per le loro preparazioni. “Ma anche quando collaboriamo con le cooperative dell’America Latina non siamo semplici compratori, quanto piuttosto partner, si creano rapporti stretti di aiuto, con un importante controllo della filiera” dice Agostoni. Oggi ICAM, che è forse la più importante azienda produttrice di cioccolato biologico al mondo – il 65% della produzione in Icam è biologica – è leader di mercato nella produzione di tavolette a marchio delle catene italiane e di molte catene e marchi prestigiosi esteri, soprattutto nel mondo anglosassone.

Sono 347 i collaboratori – più una trentina a tempo determinato – che lavorano negli stabilimenti e negli uffici di Lecco e Orsenigo le circa 25mila tonnellate all’anno di fave di cacao: “in controtendenza rispetto alla situazione generale, da inizio anno abbiamo assunto una trentina di persone e ancora stiamo assumendo, sia in produzione che negli uffici, forti di un fatturato di oltre 160 milioni, in crescita nonostante il periodo straordinario che stiamo vivendo – continua Agostoni. – È vero, abbiamo senza dubbio subito un forte scossone, sia per quel che riguarda il mercato delle uova di Pasqua che per il comparto delle pasticcerie, ma queste perdite sono state compensate dall’impennata delle vendite delle tavolette a marchio delle catene e a marchio ICAM, con Vanini nostro brand top di gamma che sta entrando sempre di più nel cuore dei consumatori”. Prospettive rassicuranti anche per i dipendenti: “la paura del contagio, che inizialmente ha fatto salire l’assenteismo, è rientrata rapidamente perché le misure di sicurezza adottate sono state fin dall’inizio chiare e soprattutto condivise con la popolazione aziendale, in maggior parte femminile – dice Agostoni. – Abbiamo infatti da subito costituito una “commissione coronavirus” coinvolgendo oltre alla direzione aziendale, le rappresentanze dei lavoratori e il medico di fabbrica. In più, in quanto azienda alimentare siamo già abituati a indossare una serie di dispositivi di protezione, certo è stato implementato anche lo smart working, dove possibile, ma in generale non abbiamo subito lo shock di cambiamenti drastici”. 

Il distanziamento sociale imposto ha a suo avviso avuto effetti negativi sul senso di comunità? “Mi sembra sia accaduto esattamente il contrario – dice Agostoni – perché la condivisione di tutte le misure adottate ha anzi accorciato le distanze tra i dipendenti e rafforzato il senso di appartenenza all’azienda: da una parte e dall’altra si è dimostrato che la difesa del benessere di tutti sia stato l’obiettivo principale da preservare sopra ogni cosa”. Una politica di cura delle persone che si riflette anche nell’utilizzo di strumenti mirati di welfare aziendale: “il nostro contratto prevede che la quota legata ai risultati possa essere utilizzata, ad esempio, per il pagamento di rette scolastiche o spese mediche: crediamo molto in questo strumento di fiscalità orizzontale, che offre indubbi vantaggi sia dal punto di vista degli sgravi che nel suo innescare responsabilizzazione e protagonismo delle persone” dice Agostoni. 

Sembra insomma che l’azienda sia passata indenne attraverso l’emergenza sanitaria, nonostante moltissimi settori dell’industria alimentare siano stati colpiti: “ci sono state moltissime occasioni di confronto e scambio, sia con persone del nostro settore che con altri, e questo è stato utile perché abbiamo avuto modo di conoscere le best practice ma soprattutto di scoprire quanto senso di responsabilità ci sia negli imprenditori generali, senza voler mettere un’aureola sulla categoria – dice Agostoni. – Mi ha colpito moltissimo ad esempio l’atteggiamento di enorme dignità di molti imprenditori operanti nel settore del turismo, che lungi dal lamentarsi si sono subito attivati per trovare nuove strade, contando anzitutto sulle loro forze. È una lezione di alta professionalità e moralità a mio avviso, che ci dimostra ancora una volta se necessario quanto i nostri imprenditori abbiano solo voglia di essere messi nelle migliori condizioni per lavorare. Per questo ci si auspica per il futuro l’alleggerimento della burocrazia e di complicazioni delle regole che non agevolano chi produce posti di lavoro. Sarebbe un bel segnale di fiducia per una categoria che ha ricevuto anche grandi riscontri, soprattutto dall’estero: per quel che ci riguarda le posso dire che sono stati molti i clienti che si sono complimentati per il modo in cui abbiamo gestito l’emergenza Covid-19, grazie ai nostri dipendenti abbiamo garantito un elevato grado di servizio e onorato gli impegni presi, e questo dovrebbe essere motivo di vanto per tutto il Paese”.